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Da Porto Novo a Ouidah per il festival internazionale del vudù e antiche tradizioni.
Interessante, misterioso e ricco di memoria. A primo sguardo il Benin potrebbe sembrare un piccolo e insignificante paese dell'Africa occidentale, ma se avrete pazienza scoprirete luoghi di un fascino particolare. Il Benin ha spiagge orlate da palme, città coloniali, villaggi dalle architetture uniche, come gli insediamenti dei pescatori costruiti su palafitte nella laguna di Porto Novo, e una storia importante che merita di essere conosciuta.Porto Novo è la capitale ufficiale del Benin situata nelle vicinanze del confine nigeriano. Una città vitale dove è ancora possibile conoscere la cultura locale, trasmessa ad esempio dal Grand Marché d'Adjara con i suoi abiti tradizionali e le migliori ceramiche di tutto lo Stato.Prima di spostarsi a Cotonuo, di fatto la capitale del Paese, da non perdere anche una visita al Musée ethnographique de Porto Novo, pieno di reperti della cultura artigianale degli yuruba (un gruppo etno-linguistico che vive nell'Africa occidentale).Cotonou è colorata, vivace e, soprattutto nella zona di Jonquet, affollata di locali notturni e bar in cui si balla tutta la notte a ritmo di musica americana e africana. Anche gli amanti della buona cucina non rimarranno delusi. Numerosi ristoranti di cucina locale e internazionale sapranno deliziare anche i palati più esigenti (anche se i piatti sono molto semplici, quasi tutti a base di pasta di farina di mais e pollo), dando la possibilità di gustare probabilmente le migliore pietanze della regione.Assolutamente da non perdere l'enorme e suggestivo Grand Marché de Dantokpa, dove è possibile acquistare davvero di tutto e portare a casa un bel ricordo di questa terra. Dai testicoli di scimmia fino ai talismani amorosi vudù, qui c'è davvero l'imbarazzo della scelta! Ancora da visitare, poco distante dalla città, Ganvié, un piccolo villaggio palafitticolo di 12mila abitanti che sorge sulle sponde del lago Nokoué. Ganvié è un vero gioiello di architettura, con case che si ergono fino a due metri sull'acqua.Ouidah è la capitale del vudù, antichissimo culto riconosciuto come religione ufficiale nel 1996, e considerata una vera e propria mecca per tutti gli animisti. Oscura e mistica, Ouidah è una città ricca di storia e cultura dove si possono visitare diversi templi e musei, come il Musée d'Histoire d'Ouidah (detto anche Museo del Vudù).A gennaio l'appuntamento è con il festival internazionale del vudù, che ogni anno conduce davanti al monumento della "Porta del non ritorno" (da qui partivano gli schiavi per l'America), moltissimi seguaci provenienti da ogni parte del mondo. Due settimane di riti ancestrali (il 10 gennaio è l'unica data aperta al pubblico) volti ad ingraziarsi gli spiriti, tra deliranti danze tribali, canti e preghiere. Non abbiate paura, a differenze della credenze di noi occidentali (forse anche a causa di film hollywoodiani), qui non troverete bamboline da infilzare, ma solo fiorenti mercatini e orchestre di bonghi, capaci di far tremare gli alberi! In città si trova anche il parco della Foresta Sacra e la cosiddetta "Rotta degli schiavi", un itinerario culturale (istituito dall'Unesco nel 1993) per fare memoria della disumana tratta degli schiavi e di tutti gli orrori del passato.
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